Un contagio di stupore

Ismael ha 12 anni, poco più o poco meno. Non sa dire la sua età, non sa nemmeno dire il suo nome. Ismael è un bambino autistico.
Ci siamo incontrati nella nostra saletta giochi ABIO del reparto di pediatria dell’ospedale, dove faccio la volontaria. E’ un mercoledì mattina, Ismael entra con il suo papà: ha la pelle un po’ scura, gli occhi sgranati e un po’ strabici, il volto un po’ deformato, lo sguardo assente, come se fissasse l’aria tra me e lui… è un po’ disorientato.
“Ciao mi chiamo Antonella”; attiro la sua attenzione mostrandogli un piccolo pullman con tanti sportelli e aperture nascoste. Ogni volta che apro uno sportello Ismael sgrana gli occhi e io con lui, condivido la sua sorpresa… è come un contagio di stupore. Dialoghiamo così attraverso un piccolo giocattolo.
All’improvviso Ismael incomincia a darsi dei colpi in testa con entrambe le mani, in modo ritmico e a inarcare la schiena indietro, inclinandosi sempre di più, quasi pericolosamente. Mi allarmo per questi movimenti, temo che possa farsi male. Suo papà, sempre vigile accanto a noi, mi mette una mano sulla spalla, mi rassicura, e con parole calme e lente e uno sguardo intenso mi dice: “Non preoccuparti: Ismael fa così quando è molto felice”.
Mi viene la pelle d’oca… sono felice per il privilegio di condividere la sua gioia incontenibile.
Anche questo è ciò che facciamo noi volontari ABIO: doniamo un sorriso ai bambini speciali. Con il cuore.
Aiutaci anche tu a stare più vicini a Ismael e a tutti i bambini come lui!
(Antonella B.)

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