Un pomeriggio in saletta ABIO

Sono Anna, da poche settimane volontaria ABIO, l’Associazione che si prende cura del Bambino in Ospedale.
E’ mercoledì pomeriggio, sono appena arrivata nella nostra saletta dedicata al gioco, presso la Pediatria dell’Ospedale Maggiore di Novara, dò una rapida occhiata all’agenda per verificare la presenza di istruzioni particolari e trovo un avviso importante: occorre dare assistenza alla paziente nella camera n. 3. È la mia prima volta da sola.
La mia paziente si chiama Michela, ha 12 anni, non può usare le mani perché ha le braccia ingessate a seguito di una caduta in palestra, durante gli allenamenti di ginnastica artistica.
Ho un attimo di sgomento, che faccio? Come posso allietare il pomeriggio di Michela? Quale sostegno posso offrire?
Ripenso velocemente al corso di formazione ed al mio tirocinio da poco terminato, prendo coraggio ed entro nella stanza.“Mi prude il naso, puoi spostarmi i capelli dal viso?”mi dice una ragazzina esile, dai capelli neri e lo sguardo vivace.
Ridiamo insieme, il ghiaccio è rotto.
Decidiamo di giocare a tombola, coinvolgendo anche il bambino del letto accanto, la mamma e i nonni presenti. Michela chiama i numeri che io estraggo dal sacchetto e posiziono sul tabellone. Anche lei vuole essere parte attiva del gioco scegliendo un paio di cartelle con i numeri che ritiene possano portarle fortuna. Tra un ambo, un terno e una tombola, il pomeriggio trascorre velocemente ed in allegria.
Ci salutiamo quando la mamma, dopo una giornata di impegni di famiglia e lavoro, arriva in Ospedale per stare accanto a Michela durante la notte.
Il mio timore si è trasformato in gioia. Questo è essere volontari ABIO: essere persone, essere vere, accogliere, Ascoltare e Prendersi cura, con amore.
(Anna G.)

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